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Rigoni di Asiago: ultimato l’intervento di restauro degli affreschi a Santa Maria Novella

Rigoni di Asiago: ultimato l’intervento di restauro degli affreschi a Santa Maria Novella

Tornano a splendere i dipinti delle lunette lato est ed angolo sud del Chiostro Grande di Santa Maria Novella a Firenze. Grazie a Rigoni di Asiago!

La famosa azienda veneta, Rigoni di Asiago, leader nella produzione biologica di miele, confetture e creme di nocciola, da sempre attenta ai valori legati alla tradizione e alla cultura, fa tappa a Firenze sostenendo il restauro degli affreschi delle lunette del Chiostro Grande di Santa Maria Novella.

Si è tenuta il 18 febbraio la conferenza stampa per il termine dell'ntervento di restauro degli affeschi del Chiostro Grande, che in parte tornano al loro posto, splendenti e valorizzati da un nuovo impianto di illuminazione realizzato firmato Enel X.

"Oggi riportiamo all’antico splendore queste lunette del Chiostro Grande, un lavoro certosino per il quale ringraziamo Rigoni di Asiago che ha creduto nel restauro e che assume ancora più valore in un momento così difficile e incerto per tutto il comparto culturale. " ha detto l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi.
"Sono particolarmente contento che il nome dell’azienda si leghi da qui in avanti a questo luogo speciale, cuore della città e teatro di avvenimenti in cui sono transitati uomini illustri – ha commentato Andrea Rigoni –, tra i quali mi piace ricordare il grande Galileo Galilei

Chiostro Grande di Santa Maria Novella

Il Chiostro Grande fa parte del convento di Santa Maria Novella Firenze ed è il più grande della città. Fu edificato tra il 1340 e il 1360 ed è composto da ben 56 arcate e completamente affrescato nelle lunette da alcuni dei maggiori artisti fiorentini del periodo 1580-1585. 

L’iniziativa di decorare il Chiostro Grande fu assunta dai Domenicani con il consenso del Granduca e con il contributo di molti membri dell’Ordine e di illustri famiglie fiorentine e spagnole. Vennero reclutati oltre quindici pittori dell’Accademia fiorentina noti per aver collaborato in analoghe imprese collettive, fra i quali Alessandro Allori, Santi di Tito, Ludovico Cardi detto il Cigoli e Alessandro Fei detto del Barbiere.

Il ciclo, che si dispiega su ben cinquantadue lunette, è considerato uno degli esempi più rappresentativi della pittura della Controriforma per l’ampiezza, il programma iconografico e la chiarezza didascalica delle storie.

E’ incentrato sulla Vita di san Domenico, cui sono dedicati due lati del chiostro, e di altri santi domenicani, che si susseguono sui restanti lati; sopra ogni scena un’iscrizione enuncia il contenuto dell’episodio rappresentato.

Dall'alluvione al restauro

Come già accaduto a tanti altri capolavori del capoluogo toscano, oltre alla consumazione inarrestabile causata dall'ubicazione esterna, l’alluvione del ’66 ha segnato il destino dell’intero complesso del Chiostro di Santa Maria Novella, causando enormi danni agli affreschi.

L’intervento di restauro rientra nel progetto Florence I Care, promosso nel 2011 dal Comune di Firenze con lo scopo di valorizzare il proprio patrimonio storico-artistico grazie a partner privati. Questo intervento è particolarmente significativo non solo per il valore storico ed artistico dell’opera all’interno di uno dei più bei gioielli di Firenze, ma anche perché avviene in un momento così delicato per tutto il paese.

L’intero progetto è stato finanziato dalla società Rigoni di Asiago accompagnata da Fondaco srl, società di consulenza e strategia nella comunicazione associata al recupero e al restauro di beni culturali. Ieri, la presentazione della restauro, lungo quanto complesso che assume per la città il significato concreto di ripartenza grazie alla perfetta sinergia tra pubblico e privati per affermare senza dubbi che l’arte è parte fondamentale della nostra cultura, della nostra storia, di noi tutti.

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